"Do Not Significant Harm".
Ecco cosa si intende con il termine DNSH.
Ma cosa significa veramente?
In questo sesto articolo della rubrica di Esclamativa 5.0 Smart proveremo insieme a capire cosa si cela dietro questo principio che ha fatto la sua comparsa insieme al PNRR.
Il tema del "Non Arrecare Danno all’Ambiente" (la traduzione letterale italiana del termine) è un principio imposto dalla Comunità Europea e presente, oltre che nel Decreto Legge Transizione 5.0 i cui fondi messi a disposizione risalgono ai Piano Nazionale Ripresa e Resilienza.
Il principio è riassumibile in 6 obiettivi ambientali:
Dall' entrata in vigore del Regolamento (UE) 2020/852 (definito “Regolamento Tassonomia”), tutte le attività economiche hanno il dovere di divenire attività economiche sostenibili attraverso i propri investimenti.
Il principio nasce per coniugare crescita economica e tutela dell’ecosistema garantendo che gli investimenti siano realizzati senza pregiudicare le risorse ambientali.
Calandoci nel Decreto Legge Transizione 5.0, la norma prevede un Allegato specifico, il numero 3, per dettare le direttive da seguire per ottemperare il DNSH e rendere ammissibili gli investimenti.
Il primo paletto posto dalla Norma riguarda quelle attività connesse direttamente all’utilizzo di combustili fossili e di cui abbiamo trattato nel 5° articolo della Rubrica 5.0 Smart. Non è possibile agevolare attività che siano alimentate con combustibili fossili.
Non si considerano ammissibili quelle attività nell’ambito dello scambio di quote di emissione dell’UE (ETS), ad eccezione di quelle che non impattano i consumi energetici relativi ai flussi di fonte o il cui impatto non comporti il superamento delle quote gratuite previste per l’impresa.
Non sono ammissibili le attività connesse alle discariche dei rifiuti, gli inceneritori e gli impianti di trattamento biologico e le attività il cui processo produttivo comporti la generazione di un’elevata dose di sostanze inquinanti. Anche in quest’ultime casistiche sono presenti eccezioni.
Il dubbio però ancora non è risolto!
Come potrebbe un imprenditore conoscere l’ammissibilità del proprio investimento per quanto riguarda il DNSH?
L’allegato 3 fornisce tutte le risposte che ci servono.
Il documento è suddiviso in schede, dalla A alla F, in cui i prodotti, gli investimenti e/o le attività sono suddivise in diverse direttrici.
La circolare Operativa sottolinea come sia necessaria, in virtù della presenza di investimenti definiti trainanti, la compilazione delle schede A e/o B. In queste sono elencate le informazioni, rivolte ai fornitori, come ad esempio la registrazione al Registro RAEE, o il possesso di certificazione ISO
Il nostro suggerimento è quello di verificare insieme al fornitore, prima di accettare l’ordine se ci siano le condizioni sufficienti per ottemperare a questi obblighi in modo da non dover poi rincorrere quelli che sono passaggi necessari.
La sintesi è che il principio del DNSH deve essere affrontato facendo “gioco di squadra”. Occorre fare fronte comune davanti ad un principio che permetterà di avere una società ed un tessuto economico più green, dove fornitori, produttori, clienti e consulenti, indosseranno una divisa di colore verde.
Siamo giunti al termine del 6° appuntamento della Rubrica 5.0 Smart di Esclamativa, come sempre fateci sapere nei commenti cosa ne pensate e saremo felici di condividere insieme dubbi o esperienze.
Nel prossimo articolo, in uscita mercoledì 18 dicembre 2024, torneremo sul tema dei casi pratici per comprendere come effettuare il calcolo del risparmio energetico, che ha generato molto interesse.
Articolo a cura dell’ Ing. Salvatore Rossini
Ingegnere Industriale
Collaboratore Area Progetti e Consulenza di Esclamativa
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